Personaggi
Nicolas LeRiche

Non semplicemente un album fotografico ma il mondo artistico e l'anima di uno dei grandi protagonisti della danza
Aurélie Dupont

Dolce, elegante nei movimenti, perfetta nelle sue linee classiche, si rivela anche un"ottima interprete nei lavori dei maggiori coreografi contemporanei. Due nomi fra tutti: William Forsythe e Jiri Kylian
Pierre Lacotte

Mentre scrivevo un libro sul balletto romantico ho ritrovato dei documenti eccezionali su La Sylphide. Ricerche approfondite mi hanno portato a scoprire nelle collezioni private tutta una documentazione che mi ha permesso di ricostruire la versione autentica del balletto di Filippo Taglioni. L’inventario dettagliato dei costumi, i disegni del coreografo, le critiche che descrivevano l’inanellarsi dei passi, le partiture annotate che spiegavano tutto l’allestimento, tale è stato il frutto di una ricerca appassionata che ho condotto attraversando tutta l’Europa. Presentai allora il mio dossier alla televisione francese che decise di allestire l’opera. Yves-André Hubert realizzò un film, programmato con grande successo il primo gennaio 1972. La direzione del Teatro Nazionale dell’Opéra di Parigi mi invitò a includere La Sylphide nel repertorio. Fu una gioia profonda far rivivere il balletto sulla scena. E sono felice di constatare che in tutti i Paesi dove ho allestito La Sylphide, quest’opera, dopo più di 170 anni, scatena sempre le stesse passioni. E’una gioia includere La Sylphide nel repertorio del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Natalia Makharova

Dal 13 maggio al Teatro alla Scala di Milano, il Corpo di Ballo del teatro milanese, interpreterà La Bayadère nella versione dell"étoile Natalia Makharova
Svetlana Zakharova

La vita e la carriera artistica della ballerina ucraina, oggi étoile del Teatro alla Scala di Milano
William Forsythe, il più filosofo dei coreografi

Rigore e follia, rispetto della tradizione e sperimentazione, amante dei chiaro-scuri, ha nel filosofo Jacques Derrida un punto di riferimento per il suo desiderio di far sempre vivere al meglio la danza. "Definerei il mio lavoro come una costruzione/decostruzione”. Mi concentro sul materiale, sui riferimenti, sugli elementi secondari di cui la danza è fatta...Amo rendere incerto ciò che metto in scena e sviluppare ciò che definisco come poetica della “scomparsa”. La penombra permette d’immaginare e lo spettatore si reputa troppo spesso onnipotente. Il palcoscenico conserva sempre i suoi misteri e dona un’altra percezione delle cose. “Benvenuti a ciò che credete di vedere!”